Houston, abbiamo un problema!

Apollo 13: “Houston, abbiamo un problema!”

Base Terra: “Beati voi che di problemi ne avete solo uno!”

Proprio così, non abbiamo ancora finito di leggere la notizia che è stato vinto il ricorso contro le trivellazioni in Alto Adriatico (grazie al lavoro dell’avv.to Matteo Ceruti) che subito ci sono altre istanze da rincorrere. “Mai fermi”, come direbbe qualcuno. Invece noi ci fermiamo a leggere, anzi, a rileggere, le carte. Green Sludge di Saronno desidererebbe impiantare a Loreo un impianto per la termovalorizzazione dei fanghi civili da depuratore. Come da richiesta pervenuta nel corso del 2023. Vorrebbe farlo nel 2024. O nel 2025, ormai.

A Loreo.

In zona AIA.

Vicino all’autodromo (o quello che ne rimane). 

A qualche centinaia di metri dal confine con il Parco Delta del Po Veneto, Riserva della Biosfera.

Un impianto che potrebbe dare lavoro a ben 7 persone.

Un impianto che farebbe confluire, a Loreo, ben 60.000 tonnellate annue di fanghi (cacca umana ed altre sostanze derivanti dalla depurazione delle acque reflue civili). Per essiccare e poi bruciare tutto questo, producendo energia elettrica (poca) da vendere a caro prezzo agli amici Loredani, Polesani e Veneti tutti. 

Considerando circa 30 ton a carico sono 2000 camion annui, un giorno 5, un giorno 6 camion in arrivo, per tutti i giorni dell’anno, sabato e domeniche comprese. Oppure un giorno 7 ed un giorno 8 camion sabato e domenica esclusi. Nella relazione tecnica che accompagna il progetto si parla di 12 camion e 23 viaggi giornalieri. Speriamo almeno siano previsti trasporti con cisterne chiuse, che con le strade che ci sono non sarebbe improbabile che “qualcosa” potesse uscire. Ah già, ma questo non è un problema, perché dalla Green Sludge hanno promesso che, se fanno l’impianto, con un milione e mezzo di euro asfaltano qualche pezzo di strada, magari ben 1 km… Ma l’asfalto non è per sempre, i camion che ci passano sopra sì.



Ma scusa, noi qui sul territorio siamo espertissimi di biometano, ne conosciamo tutti i pro e i contro, chiamiamo persino per nome i batteri metanogeni, conosciamo tutte le ricette per massimizzare la resa da qualsiasi effluente zootecnico e questi vengono a proporci un inceneritore? Nel 2025? A Loreo? A qualche centinaia di metri dal confine con il Parco Delta del Po Veneto, Riserva della Biosfera? Parco del Delta del Po, che, a nome del proprio direttore Pako Massaro, ha già espresso il proprio nulla osta all’impianto.

Mentre Moreno Gasperini, sindaco di Loreo, nonché presidente del medesimo Parco, ha espresso delle perplessità e richiesto delle integrazioni sul medesimo impianto. Grazie sindaco Gasperini!

Nulla è pervenuto, invece, dagli altri sindaci del territorio. Come se i camion non dovessero passare sui loro comuni (ci chiediamo quindi a che punto siamo con il progetto del teletrasporto da Villamarzana a Loreo?). Forse eventuali fumi di combustione rimarrebbero “confinati” entro i limiti territoriali del Comune? Effettivamente ad Adria un inceneritore c’è già, proprio nella stessa località Piantamelon oggetto delle valutazioni della dispersione degli inquinanti, ma stranamente gli effetti non si sommano.

Perché un nuovo “inceneritore” per la cacca umana? Sarà mica colpa del contenuto alcolico do noi veneti che la rende “facilmente infiammabile”? Perché  la stessa soluzione impiantistica non viene proposta per gestire qualsiasi refluo zootecnico da allevamento, visto che è così “economicamente vantaggiosa”?

E cercando di rispondere a queste domande, ci imbattiamo in diverse relazioni allegate al progetto dalla Green Sludge dove si parla di PFAS, quell’inquinante che per tanti anni non è mai stato considerato ma che si stima abbia causato oltre 4000 morti premature nelle province di Verona, Vicenza e Padova, che ha inquinato una delle falde d’acqua potabile più grandi d’Europa, quell’inquinante per cui è in corso un processo dove i consulenti dell’azienda inquisita sbagliano i conti… Perché non abbiamo mai trovato un accenno ai PFAS nelle relazioni che accompagnano le varie fasi autorizzative dei vari digestori anaerobici? E qui invece ci sono diversi contenuti inerenti i PFAS? Viene da pensare che i reflui civili destinati a Loreo possano contenere anche PFAS e quindi serve un trattamento termico per poterli “trasformare”, perché nulla si crea e nulla si distrugge. Altrimenti un semplice digestore anaerobico per la produzione di biometano e sistema di cattura della CO2, di cui siamo ormai esperti, sarebbe un’ottima soluzione impiantistica, conforme ai dettami dell’economia circolare, e già presente in loco in abbondanza. Intanto, per un impianto simile proposta a Marghera, è giunto un parere estremamente negativo da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

Bene, oggi abbiamo fatto un passo avanti: ai problemi abbiamo aggiunto i dubbi. Spero che questi vengano colti anche da altri soggetti istituzionalmente  demandati a ricercare le soluzioni più vantaggiose per la collettività e che all’ipotesi 0 (nessun impianto) e all’ipotesi 1 (l’inceneritore proposto da Green Sludge) possa aggiungersi anche un’ipotesi 2 che non faccia uso di incenerimento.

La data del 13 dicembre, ultimo giorno per la presentazione delle osservazioni, si avvicina.

Come vi invidio, equipaggio dell’Apollo 13, voi e il vostro unico problema.

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