Alcuni considerazioni sull'impianto fotovoltaico di Bellombra, ed altro...

L’impianto di Bellombra (39 Mw, 61,5 ha di terreno interessato, di cui 49,68 ha destinato alle attività agricole), oggetto di discussione in questi giorni, impianto di tipo agrivoltaico, con pannelli montati su struttura dotata di tracker monoassiale. Risulta interessante per le soluzioni impiantistiche proposte e la rotazione culturale presente nel piano agronomico, che mantiene la tipicità delle culture locali (rotazione tra erba medica, pisello, orzo, favino, loietto, sorgo e barbabietola), consentendo, grazie all’interasse di 12 metri tra i filari di pannelli ed all’altezza di quasi 3 metri dei pannelli quando orizzontali, l’intervento dei tradizionali mezzi meccanici. Gli oltre 20 professionisti che hanno elaborato i 71 documenti presenti nella procedura di Valutazione Impatto Ambientale hanno svolto un ottimo lavoro nel valutare tutti i punti previsti dalla normativa, comprese le ricadute socio-occupazionali e le valutazioni di cumulo con alti progetti. 

Ma è proprio da quest'ultima relazione che nasce lo stimolo per alcune riflessioni: limitandosi al solo territorio di Adria, attualmente sono autorizzati o in fase autorizzativa impianti a terra per circa 200MW: questo di Bellombra 39 MW; Ca’ Bianca 20 MW; Ex Deltalat 18 MW; Orticelli 7,85 MW; Voltascirocco 12 MW; ed altri due impianti tra i comuni di Adria e Cavarzere (loc. Passetto) per 59 MW ed Adria, Cavarzere e Loreo per ulteriori 46 MW andando ad interessare in tutto quasi 300 ettari di terreno. 

Se estendiamo l’analisi all'intera provincia di Rovigo parliamo di oltre 600 MW (un quarto della potenza cella centrale di Porto Tolle che produceva l’8% del fabbisogno nazionale di elettricità) distribuiti su circa 1000 ettari. 

Come Circolo Legambiente Adria – Delta del Po siamo fondamentalmente favorevoli alla transizione energetica, ne comprendiamo l’improcrastinabilità per le varie motivazioni sociali ed ambientali, sosteniamo la necessità di contribuire all’autarchia energetica nazionale, e riteniamo, alla luce dei dati di cui sopra, sia indispensabile stimolare un’analisi e una riflessione critica in merito. La molteplicità di richieste di insediamento che stanno arrivando sul territorio, a nostro avviso, richiedono un coordinamento da parte di un’opportuna cabina di regia che abbia una visione strategica e sovralocale. Le amministrazioni locali spesso non hanno contezza di cosa sta succedendo nei propri territori, vuoi per l’esiguità del personale negli uffici competenti, vuoi per il disinteresse di una parte della politica poco attenta alla rilevanza di simili questioni.  

Comprendiamo e rispettiamo la libertà imprenditoriale, condividiamo il fatto che tali impianti, se ben realizzati, non siano impattanti per il territorio anche un domani in fase di dismissione, siamo consapevoli che i dati delle produzioni agricole dimostrano che molto di quello che viene coltivato sui nostri campi non finisce sulle tavole e finché si va ad erodere la quota di quei prodotti non c’è concorrenza con la produzione food, non ci disturba l’impatto visivo/paesaggistico che potrebbero esercitare, anche perché viviamo in un territorio fondamentalmente pianeggiante dove sono semplici gli interventi di mascheramento, ma la politica locale, sta facendo davvero l’interesse dei cittadini disinteressandosi/non sapendo cosa bolle in pentola sul proprio territorio?  Quali opere di compensazione sono previste a fronte di interventi che comunque vanno ad alterare l’assetto del territorio? 

Vediamo un altro esempio concreto: l’impianto proposto da Tep Renewables Srl  attualmente in procedura di VIA con scadenza delle osservazioni lo scorso 18 aprile 2024. Qualcuno ha mai parlato/informato la cittadinanza dell’impianto che interesserà circa 100 ettari in località Passetto direzione Botti Barbarighe, interessando i comuni di Adria e Cavarzere?  Anche in questo caso, fortunatamente, l’intervento nel complesso è positivo e ben strutturato, ma quali benefici, sotto forma di oneri di compensazione, ricadranno sulla collettività? Possiamo parlarne?








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