Contro l'abbattimento dei pini troviamo delle alternative

Quando si parla di questioni ambientali molto spesso si affrontano temi che risultano divisivi.
Ne è un recente esempio la notizia dell’intenzione dell’Amministrazione Comunale di procedere all’abbattimento di 62 pini marittimi collocati lungo Corso Garibaldi. Tale iniziativa è ricompresa all’interno di un progetto di "rigenerazione urbana”.
Alcuni cittadini sostengono la scelta che finalmente libererebbe la zona da aghi, rischi di rami che possono cadere sulle auto parcheggiate durante i temporali, radici che rovinano l’asfalto.
Altri vedono in questa possibile azione la perdita di un grande valore paesaggistico per la bellezza ed ornamento che il viale offre al centro del paese, valore storico per la ragguardevole età delle piante che appartengono alla memoria dei cittadini e dei turisti di passaggio per Adria (così da quando è stato chiuso il Canalino indicativamente attorno al 1940), valore ambientale grazie all’ombra garantita dai loro grandi ombrelli oltre che offrire i benefici ecosistemici che ormai tutti conosciamo. 
Per quanto ci è possibile, come associazione ambientalista, proviamo a valutare se ci possono essere delle alternative che permettano di conciliare entrambe le posizioni, anche alla luce dei cambiamenti sociali e climatici che ci troviamo a vivere.
Il progetto approvato ed ormai appaltato prevede nello specifico l’abbattimento di tutte le 62 (sessantadue) alberature ed un tiglio, verranno rifatte le pavimentazioni, con caratteristiche che consentono un maggior drenaggio delle acque meteoriche, create nuove aiuole all’interno delle quali verranno messi a dimora nuovi alberi (fondamentalmente aceri e frassini) e cespugli (ovviamente giovani e quindi di dimensioni infinitamente più ridotte rispetto alle piante tagliate), creata una zona gioco per i bambini, rinnovato l’arredo urbano e dagli attuali 261 posti auto si passerà a 160. La perdita di qualche posto auto ci potrebbe anche stare, ma 100 posti auto in meno in zona centrale di un paese che vorrebbe rilanciarsi anche grazie al commercio mi sembrano, francamente, un po’ troppi. Gli alberi, nel tempo, ricrescono, ma i parcheggi no!



L’abbattimento potrebbe avere un senso nel caso degli alberi che compromettano la sicurezza pubblica come per esempio: malattie, parassiti, attacchi fungini, carie, deperimento, instabilità, ecc., ma gli alberi in oggetto non presentano situazioni di questo tipo: al contrario si offrono maestosi, in pieno vigore ed ornamento senza mostrare difetti strutturali evidenti. Ricordiamo infatti che pochi anni fa è stato eseguito proprio dal Comune un intervento di ripulitura delle chiome per circa 20.000 euro di intervento,  a rimarcare la volontà di conservazione di questo prezioso patrimonio arboreo e per garantire la sicurezza di pedoni ed autovetture.
Anche la tipica problematica del sollevamento superficiale delle radici non è così critica, può essere risolta con interventi puntuali di manutenzione al piano viabile ed ai marciapiedi, senza per questo dover abbattere tutto il viale. A Porto Viro, in Piazza, alberi analoghi non presentano tale problematica perché hanno un adeguato spazio per lo sviluppo delle radici. 
L’intera area di Corso Garibaldi, così come molte aree cittadine del centro, sono “caratterizzati dalla mancanza di qualità urbana e assenza di rapporti funzionali tra spazi dedicati alla mobilità carrabile, a quella lenta e pedonale, al verde e alle alberature” (Piano del Verde, pag. 32). Questo non significa che mezza Adria debba essere rasa al suolo… Tuttavia, nella relazione al progetto in questione (pag. 14), si pone come primo obiettivo quello di “aumentare la resilienza dello spazio urbano rispetto agli effetti del cambiamento climatico”, mediante “la riduzione dell’effetto isola di calore, attraverso la riduzione delle superfici asfaltate e la messa a dimora di nuove alberature, più adatte al tipo di contesto”. Ora, non mi è chiaro come sia perseguibile questo obiettivo facendo tabula rasa di quanto c’è e sostituendo alberi quasi secolari con un notevole volume di chioma con dei fruscelli che impiegheranno decenni a crescere prima di raggiungere il volume delle chiome attuali e poter offrire la stessa ombreggiatura, senza considerare tutte le problematiche di attecchimento di un albero di nuovo impianto. Se questi alberi verranno abbattuti, i residenti in zona potranno scordarsi per molti anni l’ombra ed il fresco che garantivano. Ed anche di parcheggiare vicino a casa…

Perchè non pensare a tutti questi ottimi interventi mantenendo le alberature esistenti, prevedendo già da ora, una volta che hanno terminato il loro ciclo di vita, di sostituirle progressivamente con altre essenze? 
D’altra parte nel piano del verde di Adria è prevista la messa a dimora di 4000 alberi in 31 ettari, oltre che a sostituire quelli che sono “fuori moda”. Forse sarebbe più proficuo iniziare ad  usare i soldi del PNRR (che non sono soldi regalati, ma finanziamenti a debito) per qualcosa che garantisca benefici  anche alle generazioni future, magari una delle tante aree attualmente degradate, spoglie e prive di alberature, senza per forza andare a farlo proprio dove è attualmente ubicato uno dei viali più belli.



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