Meglio un sito industriale dismesso e fatiscente rispetto ad un impianto fotovoltaico

Le strade statali Adria - Rovigo e Rovigo - Badia sono riconosciute come aree ad alta valenza paesaggistica, di notevole interesse pubblico perché con le loro alberature formano un quadro naturale di non comune bellezza, avente anche valore estetico e tradizionale, sin dal 1959 per il tratto Rovigo - Badia  e dal 1964 per il tratto Adria - Rovigo.
Eppure ripetute errate potature, tagli indiscriminati, scarsa cura hanno reso questi filari alberati degni del set di un film horror. 

Ma sapete a chi è in carico la “tutela” di questo bene paesaggistico d’insieme, riconosciuto dalla legge? Alla stessa Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Vicenza e Rovigo che si preoccupa della “corretta percezione del paesaggio agrario” di un ex sito industriale dismesso ed in stato di abbandono che versa in una situazione di degrado degno dell’ambientazione dello stesso film horror di cui sopra, che negli anni è stato posta sotto sequestro per abbandono di rifiuti pericolosi (13 ettari nel 2012), area che è stata teatro di altri reati (coltivazione marijuana nel 2015)  e che potrebbe essere bonificata e riconvertita realizzando un impianto fotovoltaico da circa 20 MWp.

Assetto fondiario e percezione del paesaggio agrario, tuttavia, non sono stati tenuti in considerazione quando, a pochi chilometri di distanza, è stato autorizzato l’impianto fotovoltaico di Volta Grimana su quasi 40 ettari di terreno (una estensione doppia rispetto ai 20 ettari dell’impianto ex Adriatica), ben visibile nella sua interezza dalla strada arginale che lo “sorvola” ad una decina di metri, a ridosso dei confini territoriali del Parco del Delta del Po, a pochi metri dall’oasi naturale di Volta Grimana.

Nei documenti progettuali presenti sul sito della Regione Veneto (Progetto Unico 48-2021), in particolare la relazione tecnica “piano di dismissione e ripristino”, da cui sono tratte le fotografie seguenti, noi di Legambiente abbiamo trovato una particolare attenzione agli aspetti paesaggistici ed ambientali, segno di una sensibilità che nel tempo è cresciuta anche nei progettisti. Basti pensare che la recinzione ogni 25 metri non è appoggiata al suolo per consentire il passaggio di fauna di piccola taglia.

Non entriamo nel merito della decisione della Sopraintendenza e della sua autonomia operativa e decisionale, anzi ne condividiamo il rispetto dei vincoli esistenti e la richiesta di realizzare di una fascia di mitigazione ambientale più estesa, ma ci auguriamo che nonostante questo stop il progetto abbia comunque la possibilità di concretizzarsi nel più breve tempo possibile perchè non sappiamo quali altri effettive possibilità di riqualificazione ambientale siano possibile nel medio-breve termine, visto che un precedente interessamento all’area (P.I.R.U.E.A. Piano Integrato Riqualificazione Urbanistica Edilizia ed Ambientale del 2009) prevedeva la realizzazione di 37000 metri cubi residenziali e 15000 mc commerciali, con tanti saluti a qualsiasi “percezione di paesaggio agrario”. 


Circolo Legambiente Adria - Delta del Po


Di seguito alcune foto dello stato attuale dei luoghi ed un rendering della zona dopo l'intervento













Di seguito l'estratto del parere della Soprintendenza









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