33 proposte di Legambiente

Articolo da Repubblica

"Dal decreto Rilancio approvato dal Cdm arrivano primi segnali positivi per rilanciare il Paese in chiave green, ma sia chiaro questi interventi da soli non bastano per fare della chiave ambientale e della strategia climatica il motore del rilancio dell'Italia". A dirlo è Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sottolineando la necessità di uno sforzo maggiore: "Serve molto di più e soprattutto c'è bisogno di una svolta che il governo deve avere davvero il coraggio di mettere in campo subito per fare del prossimo decreto semplificazione e della legge di bilancio lo strumento per rilanciare economia e dare gambe al green new deal".

Per quanto riguarda il provvedimento approvato dal Cdm, l'associazione ambientalista valuta positivamente ad esempio gli incentivi per bici e monopattini, l'ecobonus e il sismabonus con lo sgravio fiscale, fino al 110%, per la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e antisismici sugli immobili. Legambiente esprime soddisfazione anche per l'attenzione alla scuola, con l'aumento del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, e per la regolarizzazione dei lavoratori in nero come i braccianti nei campi dove il caporalato ha sempre dettato legge.


"Interventi positivi - sottolinea Ciafani -  che però possono e devono essere migliorati per mettere in campo davvero una svolta nelle città. Non si sprechi questa importante occasione". Ecco che allora l'associazione mette in campo un pacchetto di 33 proposte, scritte già nella forma di emendamento al dl Rilancio con riferimenti normativi e di spesa, che qui riuniamo per temi.


Econobonus e sismabonus: premiare l'efficientamento energetico
In particolare per quanto riguarda ecobonus e sismabonus, a fronte come già accennato di un aumento dell'incentivo fino al 110%, che non ha paragoni al mondo, rimangono invariati gli obiettivi di efficienza, con vantaggi più per le imprese che per le famiglie, visto che i risparmi in bolletta potrebbero essere davvero modesti. Per rilanciare davvero il settore e puntare sulla chiave green, secondo Legambiente occorre mettere ordine a strumenti e politiche, premiare gli interventi davvero efficienti (come l'installazione di impianti da fonti rinnovabili, la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, l'installazione di reti a banda larga e per le ricariche delle auto elettriche, la semplificazioni in materia di VIA e partecipazione dei cittadini), ed escludere incentivi alle fonti fossili, anche perché il rischio è di non sfruttare le occasioni che si andranno ad aprire nell'ambito anche della nuova programmazione europea.

Scuola, ripartire dall'edilizia
Altro suggerimento di Legambiente è quello di completare l'anagrafe dell'edilizia scolastica e accelerare diversi interventi. In particolare sarebbe importante utilizzare i mesi di chiusura delle scuole per realizzare indagini diagnostiche dei solai, l'adeguamento alla normativa antincendio, le verifiche di vulnerabilità sismica; ma anche interventi di manutenzione ordinaria per implementare sistemi di sicurezza e distanziamento indispensabili nella fase di rientro anche per gli studenti.

Bonus mobilità anche per i comuni più piccoli e più piste ciclabili

Sul bonus mobilità, l'associazione auspica che possa essere esteso il bonus mobilità anche ai residenti nei comuni con popolazione sotto ai 50mila abitanti e dando continuità agli investimenti nelle ciclabili, per mettere in campo davvero una svolta nelle città, anche sbloccando le risorse per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (Legge Realacci). L'obiettivo è una vera mobilità sostenibile, puntando a raddoppiare i chilometri di piste ciclabili (i progetti sono per 2.626 km da sommare ai 2.341 esistenti), realizzando 330,5 km di tram e 154 km di metropolitane.

No al rinvio della plastic tax
Per quanto riguarda le altre misure contenute nel Decreto rilancio, come il rinvio della plastic tax, il bonus legato al turismo e il reddito di emergenza, Legambiente è più critica. "Il rinvio della plastic tax - continua Ciafani - è davvero inspiegabile soprattutto in un periodo storico in cui il consumo di manufatti usa e getta di plastica subirà un'impennata e quindi non servirà alcuna misura per il rilancio del settore. La nuova tassa varata con l'ultima legge di bilancio si applica solo ai prodotti usa e getta in plastica vergine e non a quelli realizzati con bioplastiche compostabili o materiali riciclati, e non penalizza il settore sanitario sui dispositivi medici e sul packaging dei prodotti farmaceutici".

Turismo: aiutare quello di prossimità e i comuni nel controllo delle spiagge libere
Per quanto riguarda il bonus legato al turismo, secondo Legambiente sarebbe stato utile prevedere anche degli incentivi per aiutare il turismo di prossimità e i comuni per il controllo e la gestione delle spiagge libere.

Reddito d'emergenza 
Infine per quanto riguarda il reddito d'emergenza, per l'associazione ambientalista si tratta di una misura che poteva essere pensata meglio per assicurare davvero una protezione sociale equa, dignitosa e di facile accesso alla parte più vulnerabile della popolazione, ascoltando anche le proposte lanciate più volte dal Forum Disuguaglianze e Diversità.

Un po' di numeri: i vantaggi economici di una politica green
Se il Paese decidesse di mettere in pratica questa ricetta andrebbe incontro ad importanti vantaggi economici. Ad esempio, secondo i calcoli di Legambiente, con i cantieri per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio si metterebbero in moto investimenti, tra diretti e indiretti, per quasi 9 miliardi di euro all’anno con 430 mila occupati e con risparmi in bolletta per le famiglie pari a circa 620 euro all’anno. Semplificando gli interventi per portare la banda larga anche nei piccoli comuni e nelle aree interne del Paese si produrrebbero vantaggi economici (con quasi 9 miliardi di euro di investimenti per il cablaggio previsti in tutta Italia), accompagnati da ricadute positive per far tornare a vivere e investire nei borghi. L’economia circolare può diventare il motore del rilancio dei territori: a livello europeo viene stimato al 2030 un beneficio economico dall’adozione di una maggiore spinta in questa direzione pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%. Scegliendo poi la strada di una progettazione di qualità e di veri controlli ambientali si potrebbero cancellare le tante procedure di infrazione europee aperte contro il nostro Paese (in questo momento sono 19 quelle ambientali) che ci hanno costretto in questi anni a pagare oltre 500 milioni di euro di multe per inquinamento e ritardi che, oltretutto, scontano i cittadini.

"Al Governo Conte chiediamo di non commettere l'errore compiuto dopo la crisi del 2008 - aggiunge Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -  ossia di rinviare a tempi migliori scelte coraggiose e riforme, varando solo un ennesimo provvedimento di emergenza, che distribuisca risorse a pioggia e acceleri qualche grande opera. L'Italia ha bisogno di rilanciare gli investimenti dopo un taglio del 37% dal 2009 ad oggi e di scegliere gli interventi più utili da un lato ad aiutare le famiglie e le imprese, e dall'altro di rilanciare cantieri diffusi e utili in tutti i Comuni. La sfida è infatti di rilanciare l'economia e di dare risposta anche alle altre due grandi crisi che abbiamo di fronte, quella climatica e quella sociale".
 

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