Inchiesta fanghi fertilizzanti- Adria





Con le ultime notizie sulla questione di Coimpo, azienda di Ca’emo di Adria, che ha avuto come vicenda culmine la morte di 4 lavoratori del settore per lo smaltimento dei rifiuti in fertilizzanti per i campi, la vicenda sembra allagarsi.
La storia di questa azienda ci ha sempre visti in allerta per molte questioni, inerenti, come le lamentele, per anni, dei residenti che sentivano per molti mesi l’anno puzze insostenibili e insopportabili, gli esami da parte degli enti preposti non davano mai riscontri positivi, risultava sempre tutto nella norma.
Oggi però, vogliamo soffermarci sull’aspetto che più ci sconvolge, infatti, sono stati sequestrati 280 ettari di terreni ubicati ad Adria e Pettorazza Grimani in Provincia di Rovigo, che venivano usati per lo spargimento di questi fanghi.

(rovigoog/articolo/2017-12-11/fanghi-e-inchieste-scattano-gli-arresti/#.Wi-dztLibZ4gi.it)

La questione ci sembra molto grave, non solo dal punto di vista della criminalità, ma anche dal punto di vista etico. La domanda è grave: come fa il contadino a dare la propria terra per essere avvelenata, anche se in cambio di molti Euro? Poi, quando sarà finita la cuccagna che terra gli rimarrà al contadino? Quale terra darà in eredità il contadino ai suoi figli?
Quale capitale gli resterà?

Sono domande che ci poniamo, anche come semplici uomini. Ci sembra un passo enorme sull’insensibilità di uomini rispetto la salute del prossimo, oppure, questi contadini erano in buona fede e accettavano questi fertilizzanti avvelenati inconsapevolmente?
Sicuramente è strano, da sempre i fertilizzanti nei campi hanno sempre avuto un costo, mentre oggi ti pagheranno per fertilizzare i tuoi campi…?
Sono domande inevitabili, e ci sembra che non siano comprese, nella loro gravità, queste pratiche di avvelenamento per profitto ai danni dell’uomo.

Il nostro circolo di Legambiente compie 10 anni di attività e siamo sempre stati in prima linea contro la dispersione dei rifiuti. Abbiamo avuto conoscenza diretta di molti casi di avvelenamento del terreno, dell’acqua, oltre all’aria, ma un caso come questo ci da consapevolezza di non abbassare la guardia e che il problema maggiore è la sicurezza dei controlli.

Noi non siamo contrari alle pratiche di lavorazione dei rifiuti se fatte bene, ma le comunità quando permettono insediamenti industriali di varie lavorazioni, esigono, pretendono, controlli onesti e sicuri. La popolazione deve avere la consapevolezza che la terra non è avvelenata, per questo i controlli devono essere garantiti anche da organi o associazioni locali.





Leonardo Conte, Dirigente Legambiente Delta del Po, Adria

Commenti

Post popolari in questo blog

Verso le Amministrative - I candidati sindaco si confrontano sui temi dell'ambiente

Come Circolo di Legambiente invitiamo Barbujani e Barbierato ad un confronto sul futuro del nostro territorio - mercoledi 24 ore 21.00 Casa delle Associazioni

Tariffa puntuale, alcune considerazioni