DISPERSIONE DEI RIFIUTI IN NATURA-Pescatori campeggiatori
Questo è quello che troviamo nelle golene dove si pesca nel Po. Legambiente Delta del Po
Pescatori
campeggiatori sul Delta del Po. Il fenomeno è sempre più devastante.
Basta fare una passeggiata per le
rive dei nostri fiumi e ci accorgiamo senza fatica della grande quantità di
sacchetti di plastica pieni di rifiuti, la causa e dei soliti incivili? Non
solo loro, si è aggiunto un fenomeno nuovo, anche se dura da alcuni anni: i
pescatori campeggiatori dell'est. Anche se l’intento era di nasconderli fra la
vegetazione i sacchetti di rifiuti dei campeggiatori-pescatori sono abbandonati come
mai. Ne apriamo qualcuno e troviamo prodotti stranieri, di marche difficili da
pronunciare e da leggere, provenienti da paesi dell’est europeo. Queste
discariche si trovano nei pressi dei luoghi più ambiti alla pesca, fra boschetti
e isolette del Po, ma anche il Collettore Padano e tutti i fiumi dove si pesca
il siluro.
Non si tratta più di un fenomeno
sporadico come 4/5 anni addietro, oramai sono centinaia di accampamenti
diffusi su tutto il Delta, ogni giorno, comprese le zone del parco e anche
d'inverno. I pescatori locali denunciano il depauperamento della fauna, ma
anche l'impossibilità di lavorare, perché viene a mancare il pesce. Molti
metodi di pesca sono fuori legge, fra cui le scariche elettriche, reti abusive
e in questo modo non può salvarsi nulla. Personalmente vedo molti campeggi, ne
ho visto uno con 7 tende e vari auto e furgoni, coprivano 200 metri e ho
pensato a una gara di pesca.
In questo caso ci troviamo ad Adria sul Collettore Padano in
zona Piantamelon. La scena è sempre la stessa, un furgone con cassone di carico
parcheggiato sopra l’argine, 3 tende in riva al fiume, canotti, e una grande
quantità di attrezzatura, immondizie sparse, recipienti e tanto altro.
Naturalmente l’argine è scavato con il badile per costruire gli scalini,
facilitando salita e discesa, specie quando piove, così se viene una piena
trova subito una breccia per erodere la sponda. A poche decine di metri,
troviamo il boschetto diradato, 4 alberi troncati dalle motoseghe e anche molti
rami di altri alberi ancora vivi, forse i bastoni servono per la pesca abusiva,
infatti, i canotti che hanno questi "pescatori": servono per mettere
le multi lenze da una sponda all’altra del fiume e le fissano con dei paletti
ricavati da alberi. Le canne da pesca sono posizionate solo per bellezza. In
quel boschetto diradato c’è una vera discarica di materiali che sono rifiuti di
tutti i generi, molto spesso prodotti stranieri dell’Europa dell'est. In poco
tempo mi rendo conto di 5 reati gravi che di solito si sanzionano: dispersione
dei rifiuti in natura, pesca abusiva, scavo abusivo dell'argine, taglio di
alberi a scopo di pesca, campeggio abusivo, almeno nei territori del Parco del
Delta.
Che fare?, Ho fotografato tutto e poi ho chiamato la Polizia,
la Polizia mi da il numero della Polizia Provinciale che impossibilitata ad
intervenire, rimanda al mattino. Stiamo cercando di capire chi può intervenire
e abbiamo parlato con la Forestale, con i Carabinieri e i Vigili Urbani del
territorio e anche la Guardia di Finanza e naturalmente con le autorità
politiche della zona. Purtroppo i regolamenti e gli strumenti non sono a
vantaggio delle autorità, manca un regolamento moderno e chiaro. Forse
bisognerebbe partire dai permessi di pesca temporanei e dalle licenze di pesca.
Un permesso di una settimana di pesca, che viene rilasciato all'Ufficio Provinciale caccia e pesca, costa molto poco, credo 10/15 euro. Ma cosa costa
alla comunità risolvere i problemi dell'immondizia dispersa in natura e della
desertificazione ittica? Quanto costa alle spiagge raccogliere i rifiuti e
portarli in discarica?
La scorsa stagione, molto piovosa, sul litorale di Iesolo si
sono spesi 3 milioni di euro per smaltire i rifiuti della piena dei
fiumi.
Circolo Legambiente Delta del Po
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